la nostra storia

La Casa delle Culture Agorà di Cosenza è sostenuta dalla Società Cooperativa Teatro in Note

cenni storici

casa delle culture

Casa delle Culture di Cosenza

La Casa delle Culture sorge nel vecchio Palazzo di Città che fu costruito su Corso Telesio agli inizi del ‘600, a cura della Confraternita di Santa Maria del Popolo. Dopo una sua utilizzazione come educandato delle figlie dei sarti, fu soppresso nel 1816 e destinato a sede del Decurionato cittadino; l’amministrazione civica ne prese possesso nel 1831 e fu sede municipale fino al 1969, anno in cui fu inaugurato il nuovo Palazzo dei Bruzi. Una lapide posta all’esterno commemora Matteo Renato Imbriani Poerio esponente di spicco del Risorgimento, nell’atrio, una seconda, il medico biologo Pasquale Rossi, esponente socialista del mezzogiorno, autore di testi originali sulla psicologia della folla. Sul lato Est prospiciente il fiume Crati vi sono resti di mura romane in opus reticulatum.

Casa delle Culture è il fulcro delle attività culturali del Comune di Cosenza, ospita mostre, convegni, presentazioni di libri, incontri tra associazioni. Ogni spazio viene messo a disposizione dei cittadini per scopi culturali. Al primo piano, nella sala L. Gullo, in passato Sala del Consiglio, si trovano resti delle pitture di Rocco Ferrari, realizzate nel 1889. Probabilmente per festeggiare la nomina a Primo Cittadino di Bernardino Alimena, la Giunta decise di far affrescare la Sala dal Ferrari. Il tema iconografico prevedeva la celebrazione delle più eminenti personalità del cosentino, questi personaggi, raffigurati a mezzobusto e di profilo con tinte che vanno dal marrone chiaro al giallo, sono ritratti in modo solenne. 

La prima figura che appariva a chi entrava nella Sala del Consiglio era la Bretia, grande madre calabrese disegnata con tinte scure e posta al centro della fascia al di sopra della parete, tuttora visibile.

 
 
 

casa delle culture

Mostre allestite

All’interno della Casa delle Culture sono state ospitate delle mostre allestite a cura di Roberto Bilotti. Al primo piano un’ala era dedicata al costume nell’800 e nel ‘900. A corredo delle foto che tappezzavano le pareti, erano esposti abiti autentici dell’epoca, che raccontano la storia della moda a Cosenza negli anni dell’Unità, espressione di creatività e personalità, un patrimonio storico in stoffa e forme delle famiglie Gentili di San Fili e Boscarelli di Bisignano. L’esposizione delle opere permetteva allo spettatore di compiere un originale e suggestivo percorso nella storia, nella moda e nella tradizione artigianale della “Calabria Citra“. Tra le curiosità, i ventagli che rappresentavano un utile strumento di comunicazione: dal loro posizionamento, infatti, si potevano inviare segnali e messaggi grazie ad un collaudato “codice”.

Di sicuro interesse la sezione dedicata alla ritrattistica. Fotografi professionisti come De Maria, i Santoro, i De Luca o dilettanti tra cui Filippo Telesio hanno contribuito a fornirci un’immagine viva di uno scorcio di secolo che ha visto cambiare la città sotto molti aspetti e a causa di numerosi eventi, tra cui l’arrivo di Giuseppe Garibaldi nel 1859, le opere urbanistiche di sindaci come Nicola Mollo o Francesco Martire o ancora, le attività politiche ed economiche di alcune tra le emergenti famiglie cosentine come gli Alimena, i Telesio, i Miceli, gli Spada. Bellissime foto del paesaggio, della città e dei suoi abitanti, la nobiltà e i vari costumi tipici, da questa ricerca emerge uno spaccato inedito di una società che vive attivamente la città e gli eventi che la fanno mutare.

Una selezione dell’esposizione della Casa delle Culture dedicata ai cosentini illustri. Attraverso le foto e le relative didascalie si dà volto e storia ai personaggi ai quali sono state intitolate strade e scuole a Cosenza: Miceli, Alimena, Zumbini, Gullo, Mancini, Fera, Serra, solo per citarne alcuni.

Da ricordare è la Cosenza dell’Ing. Vocaturo, mostra permanente che la Casa delle Culture ha inteso ospitare omaggiando uno dei cosentini più illustri che ha creato le condizioni per la nascita della città nuova bonificandone l’aria. Vocaturo si distinse sia per l’elevata capacità tecnica che per una straordinaria umanità. Il suo grande valore tecnico si manifestò sia nella realizzazione delle prime reti idriche che nell’impegno durante i tragici eventi che colpirono Messina nel 1908. La mostra sull’ingegnere Vocaturo si articolava su due percorsi: a) i numerosi lavori di bonifica di inalveamento dei fiumi e di realizzazione di argini di Cosenza e provincia; b) le opere di alta ingegneria come il ponte di San Gaetano.

Un’altra sezione dell’esposizione della Casa delle Culture era dedicata a strumenti e arnesi della civiltà contadina, oggetti, simboli e segni di un’antica tradizione.

Si ricorda che a seguito del recente restauro della struttura, le opere ospitate nelle mostre permanenti nella Casa delle Culture sono state catalogate e archiviate per altra sistemazione nei musei cittadini.